| autore: Fabio lazzari |


La ricerca dell’identità di un luogo non può prescindere dall’analisi ambientale. Con il presente contributo questa si concretizza, con riferimento al Comune di San Cassiano, nell’interpretazione scientifica delle forme, delle strutture, dei processi naturali, avente come finalità la caratterizzazione dell’ambiente fisico e delle comunità vegetali indigene.

Perché studiare l’ambiente naturale sancassianese? Innanzitutto perché si perviene alla definizione dell’identità nella sua accezione prettamente ambientale, attraverso la lettura del territorio nel suo genotipo, che va oltre la superficiale percezione dello spazio in cui oggi il cittadino di San Cassiano vive ed opera e che risulta contaminato nella sua vera essenza dalle sue stesse azioni. In secondo luogo perché si può fornire lo spunto per nuove interpretazioni dell’identità nei suoi significati antropici. Infatti lo stile di vita, le consuetudini, la struttura sociale, il benessere raggiunto, e tutte quelle componenti che siano in qualche modo associabili al concetto di identità di un gruppo di persone, sono direttamente o indirettamente il risultato dell’interazione dell’uomo con il mondo naturale, da cui egli stesso deriva ed entro cui ha attuato il suo percorso storico-culturale.

Lo sviluppo di una comunità è quindi condizionato dalla disponibilità quanti-qualitativa di risorse naturali, ma ciò non basta, esso è anche frutto delle scelte che l’uomo ha operato per stabilire come sfruttarle e quale utilizzo destinare loro. Pertanto attraverso l’identificazione e la descrizione delle risorse native si perviene ad un ulteriore risultato: si ha a disposizione quel bagaglio conoscitivo che permette di esprimere un giudizio critico sulle modalità di sfruttamento, percepibili nella trasformazione dell’ambiente ad opera dell’uomo, e di valutare la possibilità di destinare in futuro la ricchezza naturale ad un miglior impiego.

Lo studio, realizzato sotto forma di presentazione multimediale, si compone di due parti: nella prima si descrive con metodo scientifico il territorio di San Cassiano nell’ambiente fisico e nelle comunità vegetali; nella seconda vengono proposti due itinerari che sono stati ritenuti rilevanti dal punto di vista botanico, in quanto sufficientemente indicativi della vegetazione autoctona. L’ambiente fisico viene caratterizzato attraverso l’analisi in rassegna dei suoi principali elementi: roccia, suolo, acqua e clima. La descrizione delle componenti abiotiche ha permesso, da un lato, di ottenere direttamente preziose indicazioni sull’identità ambientale e, dall’altro, di interpretare in maniera razionale la composizione floristica indigena. La prima parte della ricerca si conclude con la determinazione della vegetazione di climax, ovvero di quella comunità vegetale in equilibrio con se stessa e con l’ambiente fisico sancassianese. Tale vegetazione, identificata nella foresta di quercia spinosa, oggi non è più rinvenibile nella sua integrità a causa delle profonde trasformazioni indotte dall’uomo sulle componenti fisiche e biotiche dell’ambiente. Tuttavia insiste ancora, in una limitata porzione del territorio comunale, una fitocenosi molto vicina a quella di climax: si tratta del bosco de “u Palummaru”, piccolo scrigno di quell’immenso patrimonio di caratteri adattativi che rendono possibile l’espressione della vita vegetale sul territorio sancassianese. L’esplorazione del territorio ha inoltre consentito di rilevare la presenza di alcuni esemplari di farnetto, una quercia insolita per il Salento, che sostituisce quasi completamente la quercia spinosa all’estremità occidentale del feudo, nella zona dei “Paduli”, dove si stabiliscono particolari condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo di questa specie. Le indicazioni emerse su base teorica assumono una connotazione concreta negli itinerari proposti a conclusione del lavoro, riguardanti il bosco de “u Palummaru” e quelle che sono state indicate come “Le strade del farnetto”.

Fabio Lazzari