RES.ORT
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Martino da Tours, soldato dell’esercito romano, che si ricorda principalmente per l’aneddoto del taglio del mantello, che offrì ad un mendicante infreddolito. Leggenda vuole che subito dopo, il cielo si rischiarò e la temperatura divenne mite: si cominciò così a parlare dell’estate di San Martino, che corrisponde a quel periodo autunnale in cui, dopo i primi freddi, si percepisce un relativo tepore. Martino viaggiò tra le città dell’impero per evangelizzare le popolazioni e diffondere i precetti del cristianesimo. In molte parti d’Italia, inoltre, i festeggiamenti in suo onore corrispondono tradizionalmente al cosiddetto “capodanno agricolo”, giorno in cui i contratti di lavoro nei campi concludevano e venivano contestualmente rinnovati, portando i contadini a trasferirsi da un podere all’altro. La tradizione recita inoltre che “A San Martino ogni mosto diventa vino”, in cantina si svolgono i primi travasi e le botti si aprono per assaggiare il vino nuovo.

 

Cuoca- custode:

IL PANE DEL PELLEGRINO     

Setacciare la quantità necessaria di farina di grano duro Sen. Cappelli e di orzo Nostrale. Unire il lievito madre (adeguatamente rinfrescato con farina e acqua) a circa 1/3 della farina e lavorare l’impasto per circa 10 minuti fino a farlo diventare morbido (per 1 kg di farina usare circa di 300g di lievito). Ricoprire con una spolverata di farina e coprire con un panno. Dopo 8-9 ore di lievitazione, separare dall’impasto la quantità di lievito madre per la panificazione successiva. Sciogliere il sale in acqua (un cucchiaio di sale per kg di farina) e aggiungere la soluzione (per 1 kg di farina, circa 1/2 litro di acqua) e la farina restante, lavorando il tutto con energia. Terminata questa fase, ricavare dei piccoli panetti da lavorare ulteriormente e piegare a libro, per garantire maggiore consistenza e forza, prima di riporli in un tovagliolo di stoffa. Lasciare riposare per un paio d’ore, completare la lievitazione e procedere alla fase di cottura in forno, alla temperatura di 220° per 30 minuti circa. Una volta cotto, tagliare il pane in due metà come a ricavarne due mezze lune, scavare con la mano la mollica e farcirlo. Quindi riutilizzare la stessa come tappo in modo che il companatico non fuoriesca. Avere cura di riporre il pane verticalmente nella sacca da viaggio.

LA SCUOLA DI CUCINA

“Il companatico del Pane di San Martino”  Masseria Le stanzie

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ZUPPA DI FAGIOLI E COTICA DI MAIALE

Mettere i fagioli in ammollo per 12h in acqua tiepida .

Trascorse le 12h, sciacquare i fagioli e disporli in una pentola, dotata di coperchio, coprirli con abbondante acqua (circa 1,5 cm superiore il volume dei legumi) e cuocerli, nel frattempo, mettere a riscaldare un’altra pentola piena di acqua, quando i fagioli raggiungono la loro ebollizione, occorre scolarli cercando di mantenerli in pentola senza togliere l’apposito coperchio: IMPORTANTE PER NON FAR SUBIRE AI LEGUMI UNO SBALZO DI TEMPERATURA.

Versare l’acqua precedentemente riscaldata nella pentola contenente i fagioli, aggiungere sale, olio e a piacimento carote, cipolla, sedano, prezzemolo, pomodori. Far cuocere a fiamma bassa per circa 1 h 30 minuti, a cottura ultimata, aggiungere il soffritto di cotica di maiale precedentemente preparato.

N.B. : i fagioli devono essere sempre ricoperti dall’acqua. Quando occorre aggiungerla è importante che sia calda, in modo da non far subire uno sbalzo termico che altrimenti potrebbe portare a un indurimento dei legumi.

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POMODORI SCATTARISCIATI E PEPERONI

Lavare e tagliare i pomodori e i peperoni a metà. In una pentola mettere abbondante olio d’oliva e una cipolla e far soffriggere, aggiungere i peperoni e farli cuocere, quando i peperoni sono cotti, aggiungere i pomodori e ultimare la cottura, aggiungere sale q.b e a piacimento il peperoncino.

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FORMAGGIO STAGIONATO DI LATTE VACCINO E MOSTARDA D’UVA

Lavate gli acini di uva e togliete eventuali impurità. Metterli in una pentola e farli cuocere per 10 minuti. Passare gli acini al passaverdure in modo da ottenere un succo senza semi e buccia. Mettere il succo sul fuoco lento con lo zucchero( 300 g. per ogni Kg di uva) e farlo cuocere per circa 2 ore. Trascorso il tempo necessario bisognerà avere ridotto di un terzo il volume iniziale e la mostarda dovrebbe essere diventata densa, a questo punto si può trasferire nei barattoli di vetro sterilizzati. La mostarda si conserva tranquillamente fino a Natale dove è tradizione gustarla durante il pranzo, abbinata a dei gustosi formaggi stagionati.

 

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