Interconnessioni Parco Paduli
  • San Cassiano
  • Giuggianello
  • Muro Leccese
  • Maglie
  • Scorrano
  • Nociglia
  • Botrugno
  • Supersano
  • Sanarica
  • Surano
``ATTRAVERSO IL PARCO``
Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
Rete di interconnessione tra i centri minori per la mobilità lenta.
pietra miliare (4)pietra miliare (4)info contenuto2info contenuto2alberi segnaletici (4)alberi segnaletici (4)info contenuto1info contenuto1pietre miliaripietre miliariporta parco (2)porta parco (2)

 

L’articolata infrastrutturazione viaria dei Paduli è costituita da percorsi prevalentemente stretti, alcuni asfaltati altri ancora sterrati. In linea teorica tale reticolo consentirebbe un’accessibilità agevole, ma contestualmente labirintica e conosciuta solo da chi quotidianamente ha frequentato e frequenta tali zone.

Un progetto complesso, nato in seno a un programma di interventi di rigenerazione urbana e territoriale legato alla fruizione lenta del paesaggio, alla “cura” e “valorizzazione” del patrimonio agricolo.

Il tema della mobilità lenta e il recupero della fitta rete di strade rurali che interconnettono i 10 borghi attraverso il Parco è stata l’occasione per ritessere e fortificare il legame tra le comunità e il Territorio, migliorare la conoscenza dei beni culturali e ambientali, incrementare il loro radicamento anche rinnovandone l’uso, mettendo in rete i beni, la loro identità, il loro rapporto con i cittadini, in una prospettiva di sviluppo sostenibile.

La conoscenza e la cura, sono le basi su cui si fonda il progetto. Svelare la complessità di un paesaggio e raccontarlo significa conoscerlo. Conoscerlo, significa creare una consapevolezza del suo valore, significa proteggerlo e creare la condizioni affinché la conoscenza sia il presupposto per il suo sviluppo e la sua innovazione.

Il progetto di ricerca e comunicazione sui beni del paesaggio dei Paduli è il risultato di un lungo processo di ascolto e sistematizzazione di dati, che ha visto coinvolte le dieci comunità del Parco, le associazioni, gli esperti, gli studi professionali, le imprese intorno a una nuova idea di segnaletica, non convenzionale, rispettosa dell’ambiente, una segnaletica che è una mimèsi, che dialoga col paesaggio, orienta e conduce il fruitore, senza necessariamente imporre un percorso prestabilito. Una segnaletica pensata esclusivamente per una mobilità lenta, a piedi o in bicicletta.

Le strade di campagna e i centri urbani diventano il luogo dove si svelano, raccontano, valorizzano, tutelano, e si rendono accessibili tutti i beni sia materiali e immateriali che compongono il complesso paesaggio dei Paduli, un vero e proprio museo all’aperto ” e “aperto” alle comunità di visitatori.

Il progetto si inserisce all’interno dell’ASSE VII azione 7.2.1 e prevede tre interventi distinti:

1°) intervento

Riguarda la realizzazione, il potenziamento e il completamento delle reti infrastrutturali per la mobilità lenta e sostenibile di connessione alla rete ecologica e agli interventi di rigenerazione dei centri urbani (attraverso la trasformazione dell’intero percorso in una “zona 30” garantendo un aumento della sicurezza stradale e una migliore convivenza tra mobilità veicolare e quella ciclopedonale), mediante:

 a-l’introduzione di 7 dispositivi

  • Infocircle urbani,
  • Infocircle agricoli
  • Infocircle porte del parco,
  • Infocircle pietre miliari
  • Infocircle mappa
  • Infocircle contenuto

che hanno la funzione di orientare e svelare il patrimonio paesaggistico del parco agricolo,

Partendo dai centri storici dei borghi e lungo le strade rurali, frapposti tra i sipali, in prossimità dei beni agricoli, vicino ai crocicchi, o nei dintorni delle “Porte del Parco”, è possibile osservare una  segnaletica fatta di: “alberi”, dispositivi verticali leggeri utili all’orientamento e da “infocircle”, dispositivi in pietra, di forma circolare, installati a terra, pensati per informare e orientare il visitatore, quest’ultimi, sono connessi mediante un qr-code ad una App “VISITPADULI” , in grado di “aumentare”, “interconnettere” e “approfondire” le informazioni sui luoghi.

Oltre 300 beni (tra botanici, architettonici, geologici e antropologici) raccontano attraverso gli “infocircle” un paesaggio fatto di ulivi secolari, attraversato da canali e da una fitta rete di sentieri, distinto da una ricca biodiversità, punteggiato di masserie, pajare, motte, casini di caccia, cripte, chiese rupestri, trappeti, vore (inghiottitoi naturali d’acqua) dolmen, menhir, boschi, laghi temporanei e stagni e animato da fiere, mercati, riti ancestrali e feste campestri…

b-la messa in sicurezza dei sentieri interpoderali con finalità turistica, didattica e museale, infine (2,6 Km circa su 6,5km),

 c-il recupero di luoghi significativi da destinare a aree di sosta a servizio e supporto delle famiglie (n.10 piazze porta del parco).

Il percorso si estende per circa 30 chilometri attraversando diversi tipi di paesaggio da quello agricolo e naturale (uliveti secolari, boschi di Quercie, gariga, canali, vore, masserie) a quello urbano e dei centri storici e si sviluppa lungo il collegamento che storicamente metteva in comunicazione Gallipoli a Otranto e longitudinalmente Lecce a Leuca (Via Vecchia di Lecce, Via delle Franite) connettendosi al sistema delle ciclovie area vasta 2010.

Progetto: Metamor Architetti Associati

Finanziamento: P.O. F.E.S.R. 2007-2013. Asse 7.2. Az. 7.2.1. Piani Integrati di Sviluppo Territoriale (L.r. n.21/2008) – Unione Europea – Regione Puglia, Assessorato Assetto del Territorio.

Comuni: San Cassiano, Botrugno, Surano, Nociglia, Giuggianello, Supersano, Sanarica, Muro Leccese, Scorrano e Maglie

Collaborazioni: Amministrazioni Comunali del Parco, Ass. LUA Laboratorio Urbano Aperto, Laboratorio Urbano “Bollenti Spiriti” Abitare i Paduli, Arch. Romina Caroppo (alla direzione lavori), Dott. Giovanni Giangreco e la Dott.ssa Rita Accogli (Senior per il coordinamento, la ricerca e la documentazione sui beni del Parco), Dott.ssa Simona Demitri, Dott.ssa Anna Presicce, Dott. Giorgio Ruggeri, Dott. Andrea Seviroli (Junior per la ricerca e documentazione sui beni del Parco), Ass. Astrofili Salentini (per la Piazza delle Stelle), VHS Alberto Buccarelli e Alberto Caroppo (video), Agenzia di Comunicazione Marconi (grafiche), LUA Comunica e Matteo Greco (grafiche e App), Nuova Marmo Arredo. Le Ditte: Anacleto Longo S.r.l, (lavori edili), Hullabaloo s.r.l (Agenzia di Comunicazione).

le piazze rigenerate e le porte del parco

San Cassiano

Giardini e frutteti disegnano il delicato margine tra il centro abitato ed il Parco Paduli. Incerte, sono le ragioni che legano il nome del Santo a questo paese, al contrario la sua origine medievale è confermata dagli affreschi della chiesa rupestre della Madonna della Consolazione e dalle tombe adiacenti alla chiesa dell’Assunta, costruita nel luogo dove anticamente sorgeva la chiesa intitolata a San Cassiano. Sulla piazza, dove s’immetteva l’antica via del Castello vecchio, oggi via Fosso, si affacciano la chiesa Matrice dedicata a San Leonardo, la cappella di San Rocco e il Palazzo ducale del Seicento. Nei giorni vicini all’equinozio, l’intera comunità, devota a San Giuseppe, si riunisce in festa intorno ad un grande falò che prende il nome di Focara.
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Surano

Eleganti palazzi a due piani fiancheggiano la strada principale, che attraversando il centro storico, intercetta i principali monumenti del paese: la chiesa Matrice della Madonna Assunta e quella intitolata alla Madonna delle Grazie, fino alla chiesa di San Rocco e la sottostante cripta di San Giovanni Battista. Mentre, partendo dall’abitato, la sinuosa strada della Murta declina verso il Parco, tra pascoli pietrosi e terreni profondi, fino all’imponente vora Spedicaturo. Qui, tra i vecchi complessi masserizi, si trova la chiesa Madonna del Piano, importante luogo di culto lungo gli itinerari leucani; poco distante si trova masseria Grande con la vicina cappella San Felice, dov’è conservata una rara rappresentazione della circoncisione di Cristo.
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Botrugno

Sulla serra Montalto, incorniciati dai rilievi di levante e di ponente, i ruderi dell'omonima specchia sorvegliano il paese, la cui forma urbana è il risultato del succedersi di due insediamenti: quello del centro storico, dove la struttura viaria e gli affreschi della chiesa dell’Assunta confermano l’origine greco-bizantina e quello di Tripoli, impianto a scacchiera sorto durante il periodo coloniale. Il palazzo marchesale, il più esteso del Salento, sorge a pochi passi dalla preziosa chiesa Matrice e dalla Chiesa della Madonna di Costantinopoli; fuori dall’abitato si trova la chiesa di S. Solomo, tappa nei secoli dei pellegrini diretti a Leuca. Nella campagna ulivetata alcuni esemplari di quercia della Palestina convivono con filari di lecci, mentre scilla, asfodelo e salvione maggiore popolano la esigue gariga.
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Scorrano

Il millenario ulivo de la chiesa, i ricchi pascoli, le leccete impervie, le imponenti vore ed un centro abitato, ricco di storia e monumenti, sono il ritratto della ricchezza naturalistica e culturale del territorio di Scorrano. L’origine di epoca classica dell’insediamento coesiste con la forma urbis del Korion bizantino. Cittadina di prestigio, era difesa da mura e circondata dai sobborghi di Malvicina, Sant’Antonio Abate, San Nicola e, più distante, Santa Maria, con i suoi numerosi trappeti a grotta. Conservò rito e liturgia greca fino al Seicento, quando la sua storia si intrecciò con quella di Santa Domenica da Tropea, vivacemente celebrata dalla comunità nel mese di luglio. Durante la festa si possono ammirare le fastose e barocche luminarie.
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Supersano

Il territorio di Supersano è una miniera di riferimenti storici, che vanno dai megaliti, agli insediamenti di epoca classica fino alle testimonianze medievali, in un territorio dalla geomorfologia variegata e dalle importanti evidenze naturalistiche. In epoca normanna venne eretta la torre di Motta Torricella, nel cuore del Parco ed il castello feudale dove oggi ha sede il MuBo - Museo del Bosco. Qui, attraverso un percorso guidato viene illustrata la connessione tra l’ecosistema della serra e le attività dell’uomo e ricostruita la storia dell’antico Bosco Belvedere, di origine preistorica. A pochi passi dal museo si trova la chiesa Matrice del Settecento, mentre lungo la strada che conduce alla serra, scavata nel costone roccioso l’importante chiesa rupestre della Coelimanna.
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Maglie

Il nome della città deriverebbe dal preindoeuropeo mal (altura), l’abitato sorse in origine sulla serra per poi spostarsi a valle. Dal Settecento la cittadina crebbe grazie ad un’economia legata all’artigianato ed, alla fine dell’Ottocento, ai primi insediamenti di opifici industriali. L’opera di imprenditori e artigiani ne consacrò lo sviluppo urbanistico, architettonico ed economico, testimoniato anche dal mercato del sabato che il De Giorgi definì il cuore del commercio salentino. Nel 1890 venne insignita del titolo di città, ritenuta la “piu verde di Puglia” per la ricchezza di giardini e ville suburbane oggi visibili lungo il vicinale Franite, dove l’omonimo menhir è un esempio della considerevole presenza di megaliti nel territorio, la cui storia è documentata nel Museo di Paletnologia e Paleontologia Decio de Lorentiis.
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Nociglia

Nociglia si affaccia sui Paduli dall’alto di serra La Motta. Impreziosita dall’antico palazzo baronale e dalla chiesa Matrice, la piazza - da cui si diparte un reticolo di viuzze e corti che testimoniano una struttura urbana fondata sugli spazi di vicinato - è il centro della vita della comunità. Poco distante, la chiesa medievale della Madonna de l’Itri, con i suoi affreschi, rappresenta uno tra i più importanti monumenti dell’antica Terra d’Otranto. Un tempo chiamati craunari (per la produzione del carbone), i nocigliesi hanno da sempre legato le loro sorti all’antico Bosco Belvedere ed ancora oggi vivono uno stretto legame con il Parco. A testimonianza di questo legame sono gli antichi riti campestri in onore della Madonna degli Angeli in contrada Farnese e la festa pagana di Santu Donnu in località Fontana.
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Giuggianello

Nonostante lo spietramento, la serra di Giuggianello conserva ancora dei punti irti e ruvidi modellati da forme rocciose come quelle dei massi della vecchia che, insieme ai megaliti presenti sul territorio, hanno alimentato miti e leggende. Un tempo ricoperta da boschi, conserva leccete, querce virgiliana e di Dalechamps, con tratti di macchia mediterranea che verdeggiano nei siepali o tra frammenti di pinete. Ai piedi della serra, il borgo si sviluppa intorno alla piazza, costeggiata dalla chiesa di Sant’Antonio. Da qui, si dipartono le strade principali che conducono alle chiese della Madonna dei Poveri e Della Serra, al Museo della civiltà contadina, al palazzo feudale ed al casino Frisari - Bozzi Colonna. La sua origine è medievale, come quella dei vicini casali, ormai scomparsi, di Quattromacine e Polisano.
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Muro Leccese

Le tracce dell’antica città messapica, l’antico borgo fortificato, le chiesette bizantine, le architetture civili, la presenza d’importanti famiglie nobiliari e dell’ordine religioso dei Domenicani rendono Muro Leccese una delle realtà culturali più importanti dell’antica Terra d’Otranto. La storica via Salentina giunge fino alla centrale piazza del Popolo, in passato detta del mercato, circondata dalla chiesa Matrice dell’Annunziata, dalla chiesa dell’Immacolata e dal palazzo del Principe che ospita il museo di Borgo Terra. Nelle campagne le acque risorgive hanno reso fertili i frutteti, i seminativi e gli orti della vallata verso Otranto, mentre piccoli lembi boschivi e ulivi secolari sono protetti dai muri a secco fiancheggiati dai siepali di querce ed altre essenze di macchia mediterranea.
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Sanarica

Del nucleo abitato di Sanarica si ha testimonianza a partire dall’Alto Medioevo. Il palazzo ducale, fatto erigere dalla famiglia Lubelli nel Cinquecento, è il fulcro di un centro urbano che si è sviluppato a raggiera includendo al suo interno importanti costruzioni religiose: la chiesa della Madonna dell’Assunta con la cripta bizantina, la chiesa confraternale della Madonna dell’Annunziata e la basilica di San Salvatore, ricca di affreschi. Lungo la strada poderale, che conduce all’area archeologica di Muro, si incontrano il menhir Sant’Antonio ed i resti della chiesa medievale di Santa Maria di Pompignano. Oggi, il santuario della Madonna delle Grazie, più nota come Madonna di Sanarica, è meta di un importante pellegrinaggio. Invocata dai fedeli contro il mal di sciatica, è festeggiata l’8 settembre.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Nelle Terre di Mezzo, al posto dell’antico Bosco Belvedere, si estende un vasto uliveto secolare che prende il nome di Paduli; conosciuto già nel Settecento per la produzione di olio lampante, ha subito nel tempo un lento abbandono.Il suo recupero è il risultato di un lungo percorso di partecipazione che ha accresciuto la consapevolezza delle qualità del paesaggio negli abitanti, ha orientato lo sviluppo urbano nei Comuni limitrofi, ha sperimentato l’agricoltura multifunzionale, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio rurale nella duplice accezione produttiva e contemplativa. Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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Stazione F. SUD EST

Ancora oggi, nel Salento, il treno locale è chiamato “litturina”, dal nome attribuito alle antiche motrici diesel degli anni ’30. L’origine delle ferrovie locali, invece, è più antica e risale a dopo l'Unità d'Italia, quando si volle creare un nuovo e più veloce sistema di trasporto merci, che collegasse le aree più remote del paese con i grandi mercati nazionali e internazionali. Tra le stazioni del Parco Paduli quella di Maglie è la più antica e risale al 1868, mentre quelle di Muro e Sanarica sono state costruite nel 1910, quando venne realizzata la tratta Maglie - Gagliano del Capo. Oggi, i treni locali della Sud Est, oltre essere l’unico vettore su rotaia a sud di Lecce, sono un affascinante mezzo alternativo, che attraversano paesaggi di estrema bellezza.
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Stazione F. SUD EST

Ancora oggi, nel Salento, il treno locale è chiamato “litturina”, dal nome attribuito alle antiche motrici diesel degli anni ’30. L’origine delle ferrovie locali, invece, è più antica e risale a dopo l'Unità d'Italia, quando si volle creare un nuovo e più veloce sistema di trasporto merci, che collegasse le aree più remote del paese con i grandi mercati nazionali e internazionali. Tra le stazioni del Parco Paduli quella di Maglie è la più antica e risale al 1868, mentre quelle di Muro e Sanarica sono state costruite nel 1910, quando venne realizzata la tratta Maglie - Gagliano del Capo. Oggi, i treni locali della Sud Est, oltre essere l’unico vettore su rotaia a sud di Lecce, sono un affascinante mezzo alternativo, che attraversano paesaggi di estrema bellezza.
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Stazione F. SUD EST

Ancora oggi, nel Salento, il treno locale è chiamato “litturina”, dal nome attribuito alle antiche motrici diesel degli anni ’30. L’origine delle ferrovie locali, invece, è più antica e risale a dopo l'Unità d'Italia, quando si volle creare un nuovo e più veloce sistema di trasporto merci, che collegasse le aree più remote del paese con i grandi mercati nazionali e internazionali. Tra le stazioni del Parco Paduli quella di Maglie è la più antica e risale al 1868, mentre quelle di Muro e Sanarica sono state costruite nel 1910, quando venne realizzata la tratta Maglie - Gagliano del Capo. Oggi, i treni locali della Sud Est, oltre essere l’unico vettore su rotaia a sud di Lecce, sono un affascinante mezzo alternativo, che attraversano paesaggi di estrema bellezza.
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i programmi di connessione

Il secondo intervento prevede un programma più generale di connessione immateriale volto alla realizzazione di un sistema aperto di informazioni e servizi dialoganti di supporto alla rete dei percorsi materiali, ai Laboratori Urbani “Bollenti Spiriti” (Laboratorio Urbano delle Terre di Mezzo San Cassiano Botrugno Nociglia Surano Giuggianello, Laboratorio Urbano Agorà Maglie e Scorrano, Laboratorio Urbano Terre d’Oriente Muro Leccese), alle associazioni e alle amministrazioni. Una rete, che si sviluppa lungo tutto il percorso, connessa a un portale, a servizio della comunità e del suo sviluppo. Uno spazio all’“aperto” e aperto, che al tempo stesso mette in rete e valorizza le testimonianze materiali e immateriali delle comunità e del suo ambiente; che le acquisisce, le conserva, le espone e, soprattutto, le comunica ai fini di studio, educazione.

Il terzo intervento prevede attività di partecipazione degli abitanti.Infatti una quota di servizi del quadro economico sono previsti da assegnare tramite bando di evidenza pubblica per attività di partecipazione gestite dai Laboratori Urbani Bollenti Spiriti, dalle associazioni o raggruppamenti informali di cittadini per la promozione e implementazione delle attività di rigenerazione urbana come segnalato dal PIRT e in continuità con l’esperienza dei Laboratori Urbani realizzati fino al 2009. (Paduli 2005, Maledetti Paduli 2006, Super Paduli 2009) L’intervento, intende conferire nuovo impulso vitale al patrimonio ambientale, e si articola, in tre azioni chiave: “ linee, punti e superfici”.

L’idea di linea è suggerita dalla strada ciclopedonale, dal percorso pensato per la passeggiata, la corsa e il pattinaggio, tra la città e la campagna, in una sequenza di scenari antropici che va dai beni architettonici dei centri storici, fino ai lontani sentieri tra i maestosi uliveti, le masserie, i canali, le vore del Parco Agricolo Multifunzionale.

L’idea di punto si materializza nella sosta, possibile sia nei luoghi adibiti all’accoglienza e fruizione, all’interno dei centri urbani, in corrispondenza delle Porte del Parco dei Paduli, e lungo i percorsi in punti chiave dell’area agricola. A tal fine si è predisposto un complesso sistema di comunicazione e orientamento realizzato mediante l’installazione di varie tipologie di “infocircle” collocati nei centri urbani nei luoghi oggetto della rigenerazione, lungo i percorsi rurali; essi oltre a costituire i punti di accesso al portale della rete immateriale mediante dei qr-codes segnalano i luoghi di particolare interesse storico, architettonico e paesaggistico, consentendo di prendere per mano il visitatore introdurlo in una struttura narrativa che lo accompagna materialmente e immaterialmente dal centro abitato fino ai “Parchi Agricoli”.

Le superfici, infine, si spiegano attraverso i 10 interventi di rigenerazione degli spazi aperti dei centri abitati facenti parte del PIRT.

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P.O.F.E.R.S. 2007-2013. Asse VII. Linea 7.2. Az. 7.2.1. PIANI INTEGRATI DI SVILUPPO TERRITORIALE (L.R. n21/2018)

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GAP galleria arte partecipata

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Il Parco Paduli è progetto pilota del nuovo Piano Paesaggistico della Regione Puglia e nel 2015 è stato candidato dal Ministero dei Beni Culturali a rappresentare l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
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